IL PD NON VUOLE LE BRETELLE MA SE LE FA INDOSSARE DA D’ALFONSO

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CAOTICA SITUAZIONE NEL CIRCOLO MA SI INTRAVVEDE LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL

28 SETTEMBRE 2017-  Anche il Pd, dopo CasaPound e i socialisti, si dichiara del tutto contrario alla costruzione di una bretella ferroviaria che escluderà la stazione di Sulmona dal collegamento “veloce” tra Pescara e L’Aquila. La ritiene “dannosa per la città, deleteria, costosa ed inutile” e ha deciso, nel consiglio direttivo svoltosi ieri, di rivolgere al sindaco e all’Amministrazione comunale l’invito ad opporsi in ogni sede al progetto attuale. Il partito ha confermato l’impegno a “lavorare, nell’immediato ad iniziative per avviare una nuova fase di coesione territoriale, sociale e di programmazione (ad esempio ripartendo dal convegno sulla costituzione delle Aree funzionali che per Sulmona ed il Centro Abruzzo potrebbe rappresentare nell’immediato una grande opportunità)”. Il Pd, inoltre, costituirà un proprio gruppo per svolgere una opposizione incisiva alla politica dell’attuale amministrazione.

Sarà problematico per il Pd di Sulmona schierarsi contro D’Alfonso che si arroga la rappresentanza del Pd nella giunta regionale. La bretella l’ha voluta e la vuole lui, insieme ad Andrea Gerosolimo e questo nodo, se non sarà sciolto all’interno del partito a livello regionale (posto che riguarda una infrastruttura di livello regionale), non potrà essere risolto nel circolo di Sulmona.

Positiva è certamente la costituzione di un gruppo consiliare che abbia una connotazione partitica:  si supererà, in tal modo, l’ambiguità della rappresentanza di consiglieri che, provenienti dal PD, di fatto sostengono, con il doppio gioco svolto da Bruno Di Masci, la giunta espressione di Andrea Gerosolimo. Le sceneggiate delle chiavi della sezione di Corso Ovidio, detenute da un commissario dopo la sostituzione della serratura durante le elezioni, fanno solo perdere credibilità al partito e la fanno acquisire agli avventurieri come Gerosolimo che, senza neanche stilare un programma politico, colloca al Comune le pedine che ritiene più consone al proprio disegno e riesce a far votare le delibere più conformi ai propri interessi attingendo voti proprio dal Pd. Anche questo paradosso politico, se il Pd non lo risolve, rischia di far ridere il mondo.

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