MA ERA SOLO UNA DIABOLICA INTERFERENZA SUL PIANO DELLE CINQUE MIGLIA
30 MAGGIO 2013 – Fanno scherzi curiosi le interferenze radio; e anche nelle migliori famiglie, come dovrebbe essere la Radiotelevisione italiana. Le onde diventano irregolari e inaffidabili. Si fanno distrarre da un volo di un airone e dopo una curva oppure una galleria non ci sono più.
Malavita a confronto
Capita soprattutto nelle zone di confine oppure nelle alture, dove, per esempio, le trasmissioni del Gr3 della Puglia si impongono a quelle del Gr dell’Abruzzo.
Succede, quindi, sul Piano delle Cinque Miglia di uscire dalla galleria della Madonna della Portella ed essere sorpresi da una suadente voce senza inflessioni pugliesi che tuttavia informa di quello che accade nella Capitanata, con gli arresti per fatti di nera più nera. E fino alla Vecchia Pesa sentire della sfrontatezza degli autori di un vasto giro di usura, stroncando il quale i PM hanno fatto eseguire arresti a gruppi. Mentre facciamo appena in tempo a rallegrarci per il baluardo che i monti (e la miseria, forse) oppongono al dilagare della malavita, quando i particolari della operazione anti-usura ci informano delle peggiori pieghe che possono prendere le estorsioni dei cravattari, arriviamo alla curva della Madonna del Casale e, completandola, puntiamo verso la cresta incantevole del Gran Sasso per essere di nuovo inondati dalla voce rassicurante di Nicola Marini del GR3 Abruzzo. Fatalità vuole che mentre terminava il servizio del GR pugliese sull’usura in Puglia, ne incomincia un altro e Marini lo introduce con un “Restiamo nello stesso argomento per parlare della conferenza tenuta a Pescara sulle nuove opportunità di incontro e di scambio imprenditoriale promosso da…”. Nello stesso argomento? Ma non era l’usura? E chi promuove nuove opportunità di incontro e di scambio tra usurai e imprenditori? C’è da allarmarsi; ma in che terra siamo tornati dopo esserci spinti al confine?
Ma è la voce di Nicola Marini…
Potenza della familiarità di una voce: Nicola Marini non poteva parlare di usura in Puglia e il gioco delle interferenze è subito chiaro. E’ bastata una curva per parlare di un’altra regione, dove magari ci si annoia e, come dice De Andrè, “qualche assassinio senza pretese abbiamo anche noi qui in paese”. Ma la Nuova Corona Unita non si è per ora appostata.
Rassicurante Nicola Marini, che a Pettorano, però, si congeda: dice che dopo 25 anni è l’ultimo giornale radio che propone. Esce in punta di piedi come era entrato, con il molto mestiere che era solo il suo e con il garbo che è difficile conservare quando si parla di nera e di giudiziaria. Non ha avuto smanie di protagonismo, quasi quaranta anni fa, quando “faceva” le pagine de “Il Tempo” a Roma. Si cimentava in un perfetto lavoro di scoperta dei fatti più grossi e segnalò in prima pagina regionale un nostro articolo che fu ripreso a sette colonne dal Corrierone il giorno dopo ( un cane mezzo morto che fu messo nel camion tritarifiuti). Poi “volò” a Sulmona quando impacchettarono una decina di corrieri e spacciatori della “casa della droga” vicino alla stazione e seguì con professionalità tutti i minuti del processone svolto per direttissima (parliamo di prima del 1990…). Forse è stato l’unico cronista giudiziario a parlare di processi senza dare voti e bacchettate a giudici, pm, avvocati e imputati. Il che non è poco, tanto è vero che non si fa più. Il suo vocione è volato sulle Cinque Miglia per contrastare le ultime interferenze e combattere ad armi impari il resoconto di una maxiretata con la piccola cronaca di un convegno di imprenditori.