LA LUNGA NOTTE DI FRANCO IEZZI E DEGLI ANIMALI DEL PARCO

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INTERVIENE SU UN PROFILO FACEBOOK E PRENDE LEGNATE DALL’INTERO ABRUZZO

26 AGOSTO 2016 – Uno che si firma Franco Iezzi, quindi evidentemente il presidente del Parco Nazionale della Majella, già Direttore del Nucleo industriale di Sulmona (con i risultati che conoscono gli imprenditori e gli agricoltori pagati a mille lire a metro quadrato), già consigliere di amministrazione della Banca Agricola industriale di Sulmona (con i risultati che conoscono i soci fagocitati da Lanciano), già componente della “Vinicola Peligna” (con i risultati che conosce il vino pronto a partire per l’America e rimasto al Bagnaturo) già assessore all’Urbanistica (con i risultati che conoscono le strade e i palazzi non costruiti), già coordinatore di Forza Italia (con i risultati che conosce Berlusconi, disperato), invece di spiegare a imprenditori e agricoltori perché il Nucleo non è servito a un fico secco ed ha seccato le risorse agricole; oppure ai soci della BAIS come può essere stato che a un certo punto il presidente della BPLS, avv. Paone, affermasse che il giro di affari della filiale di Sulmona era uguale a quello della filiale di Pollutri; oppure ai baldi viticoltori perché le campagne di promozione in America si sono risolte in una Waterloo delle campagne di produzione della Valle Peligna; oppure ai Sulmonesi perché mai si ritrovano con una città sbilanciata e senza anima nei quartieri nuovi e in centro storico disabitato; oppure agli elettori di Forza Italia perché hanno dovuto votare un illustre sconosciuto come Sabatino Aracu e, poi, ancora peggio, due sulmonesi che hanno votato per sopprimere il tribunale di Sulmona (Paola Pelino e Maurizio Scelli); uno che si firma Franco Iezzi, dicevamo, ieri sera sul tardi è intervenuto su “Facebook” in un dibattito esaurito da almeno dieci ore ed ha introdotto l’argomento, ripreso dalla imbattibile logica spinoziana, che uno dei due contendenti aveva “perso un’altra occasione di tacere”.

Pensiamo che non si tratti del vero Franco Iezzi, cioè del Presidente del Parco Nazionale della Majella, perché sappiamo per certo che ha usato in passato il nickname “dicolamia”, beccandosi una querela, per quello che aveva scritto, dall’assessore comunale Gianni Cirillo. Quel Franco Iezzi, stanato da una indagine della Procura della Repubblica che identificò senza possibilità di errore il suo ID, si nascondeva dietro tali mezzi. Questo, invece, è un leone: scrive proprio Franco Iezzi, restando serio. Quindi dovrà essere uno dei tanti che in provincia di Chieti si chiamano Iezzi; e una volta che ti chiami Iezzi e non ti firmi “dicolamia”, è giocoforza che sei anche Franco, “lo dice la parola”, come si sentiva alla pubblicità del confetto Falqui.

Uno sforzo titanico del genere, una prova così impegnativa di presentarsi al pubblico con il proprio nome e cognome debbono averlo tanto spossato che ha scritto, sì, quella sparata da bar dello Sport, frammista ad un condensato della “ragion pura” de noantri, ma poi ha preferito pubblicarlo in un profilo di Lilli Mandara (“maperò”, godibilissimo, che consigliamo ai nostri lettori di visitare).

Da chi è reduce dai successi dianzi elencati non si può pretendere che si esponga urbi et orbi; bisogna accettarne la modestia. Senonchè l’uscita, di eleganza e contenuto Kantiani, è stata pari pari ripresa e collocata nel profilo dove da un bel po’ era finita la contesa della mattina.

E’ stata un’altra Waterloo per Franco Iezzi, roba da far impallidire il destino del vino rimasto nelle botti, le azioni della Banca Agricola cedute quasi gratis alla BPL, il confronto elettorale con Franco La Civita, che fece votare uno sconosciuto come Gianfranco Di Piero per far vedere a Iezzi che solo perché l’aveva indicato lui poteva prendere, e prese, il doppio dei voti di Iezzi.

E’ stata una notte di inferno: dalle 23 alle 8 di stamane si sono succeduti un centinaio di “like”, neppure uno contrario; i Sulmonesi che si interessano di politica hanno preferito non dormire piuttosto che perdere l’occasione di schiaffeggiare il tipo. Iezzi ha rimediato una sequela di “botte” che i bersagli della Giostra si sono fatti meno male in tutte le 22 edizioni e in quelle precedenti fino al 600. Mai visto con quale gusto persone del tutto moderate e affabili hanno… dettolaloro su questo personaggio. Addirittura Lilli Mandara ha messo un “mi piace” non sotto l’intervento dello Iezzi, che evidentemente chiedeva asilo politico, da profugo politico qual è, ma sotto lo sberleffo allo Iezzi detto anche Franco.

Ora sarà un problema per gli animali del Parco della Majella, ai quali il presidente si è talmente affezionato e dai quali riceve tanto affetto che bisognerà trovare i gesti e le parole per esprimere il loro rammarico per questa notte da incubo. Si chiederanno, come già le poiane e le linci del Morrone, quale sarà il loro destino: una persona così a modo, che normalmente usa uno pseudonimo invece del suo nome, si è andata a cacciare in un tiro al bersaglio di tutto l’Abruzzo (compreso il sen. Fabrizio Di Stefano). Gli sono stati ricordati i suoi fallimenti; gli è stato notificato questo suo mettersi dietro uno pseudonimo. E tutto questo per non essere andato a letto a tempo debito, come fanno in genere quelli che si avvicinano agli ottanta. Non si lasciano così, volgendo i pensieri ad altro, i cuccioli di orso, i camosci appena contati uno per uno, i gorilla del Parco del Virunga adottati dal Parco della Majella, le mucche allo stato brado, gli uccellini classificati con amore…

Visto il generale, anche gli animali del Parco aspettavano la loro Waterloo; ma non sapevano che era dietro l’angolo e che sarebbe venuta di notte.

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