LA RAPINA ALLA BNL E QUELLA AL MONTE DEI PASCHI

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CAMBIA LA TIPOLOGIA DEGLI ASSALTI ALLE BANCHE

1 SETTEMBRE 2016 – I reati cambiano. C’era una volta il tempo delle rapine in banca.

A febbraio si compiranno quaranta anni dalla prima rapina in banca a Sulmona, quella alla Banca Nazionale del Lavoro, in Via De Nino. Fu grande la pretesa dei rapinatori di scappare dopo il “colpo” in pieno centro, tra un dedalo di strade che avrebbe consentito una caccia all’uomo. Fu velleità: tanto che furono presi dentro la banca, prima di tentare la fuga. Polizia e Carabinieri in quella occasione smentirono l’accostamento tra le Forze dell’Ordine e l’arcobaleno (arrivano entrambi dopo la tempesta). Colpi di pistola veri e tosti fischiarono nei portici “Caroselli”. Nel “teatro” di battaglia, vicino al Teatro comunale, i Carabinieri furono attenti a collocare un pulmino in modo da non far avvicinare nessuno (foto in alto); e infatti si vede assiepata una folla davanti all’ingresso del Palazzo di Giovanni delle Palle e il negozio di Giannino Di Ciccio, dependance di Di Benedetto Confezioni. A guardare c’è anche un funzionario della Cassa di Risparmio, che allora non si chiamava ancora CARISPAQ (è il secondo da destra, vicino a una guardia).

Poi viene dato il “liberi tutti” e la via dei teatri (quello della rapina e quello comunale) si riempie di centinaia di commentatori, come alla fine di una partita di calcio: avvocati, colonnelli, commercianti, professori, studenti. Adesso le rapine non si fanno più e si dovrebbe pensare agli assalti in banca da parte dei colletti bianchi: quegli assalti che disintegrano interi colossi come il Monte dei Paschi di Siena.

La folla subito dopo l’irruzione delle Forze dell’Ordine
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