MATTIOCCO, CHE AVVICINO’ I SULMONESI ALLA LORO STORIA

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22 SETTEMBRE 2023 – Si è spento stamane il dott. Ezio Mattiocco, animatore di molte iniziative culturali in oltre cinquanta anni di vita abruzzese. Il suo sguardo è stato rivolto soprattutto sulla città di adozione, Sulmona, che lo accolse sin dalla adolescenza (era nato a Castel di Sangro novantasette anni fa). Nel 2022 è stato insignito del “Sigillo di Re Ladislao”, la più alta onorificenza che promana da Palazzo San Francesco. Prima di essere costretto dall’età nella stanza tappezzata di libri e preziosità storiche, aveva fatto di quel piccolo ambito il centro propulsore di nuove ricerche, senza mai stancarsi. Con lui ha collaborato senza risparmiarsi la moglie Paola. I funerali si svolgeranno domani alle 15,30 nella cattedrale di San Panfilo.

Il 30 settembre 1970 il medico Ezio Mattiocco usciva come di consueto dalle corsie dell’ospedale di Sulmona, dopo essersi tolto il camice bianco; nello stesso tempo, dalla piccola tipografia delle “Arti grafiche Vivarelli” di Pratola Peligna usciva “Sulmona nell’800”, compendio superficiale, eppure affascinante, di un XIX secolo che per il capoluogo dei peligni si concludeva con grandi premesse: una intersezione ferroviaria importante per il centro-sud d’Italia, una sottoprefettura, una crescente presenza militare.

Ezio Mattiocco, poco più che quarantenne, realizzò con quel libro (scritto insieme a Olindo Pelino e a Giuseppe Di Tommaso) una importante operazione culturale (abbinata ad una mostra nel teatro comunale) perché accostò alle vicende storiche una intera popolazione che, leggendo le narrazioni semplici arricchite di immagini ad effetto di luoghi e persone che sembravano ancora vivere negli angoli del centro storico, si rese conto per la prima volta di vivere un tratto di storia in continuità con un passato glorioso.

Era già in composizione “La Città di Sulmona” di Francesco Sardi de Letto, che vide la luce a dispense dal 1973 per l’editrice di Angelo Maria Scalzitti, in un fervore di studi e pubblicazioni mai più ripetuto.

Ezio Mattiocco concesse un bis, personale, con “Sulmona ieri” e poi si librò su pubblicazioni dal carattere sistematico e specialistico, sul catasto sulmonese del XIV secolo, sulle aree archeologiche che nessuno dai tempi di De Nino aveva esplorato con eguagliabile slancio, su quella miniera di storie piccole e grandi, tutte fascinose, che è l’Annunziata (chiesa e palazzo), sulla importante tradizione lombarda nelle altre chiese della città.

Ha conservato la capacità di stupirsi anche fino agli ultimi mesi, fino a quando ha appreso che la summa della cultura mondiale, quella Treccani da tutti ambita, ha pubblicato, riprendendola nel secondo dei tre volumi della monumentale enciclopedia su Federico II, la tesi che egli sostenne nel 1994: che, cioè, la splendida immagine affrescata di un sovrano conservata nelle stanze del museo civico, è dello stesso Federico o di suo figlio Manfredi, per validi e portanti motivi, tutti ripresi da “Il Vaschione” per ottenere che, invece della indicazione “Re Ladislao”, l’affresco recasse quella di “Sovrano svevo”, sia pure 29 anni dopo il contributo a stampa del dott. Mattiocco. E, nell’apprendere di essere stato inserito nella voce “Pittura” della sconfinata enciclopedia fredericiana, ha sorriso, come può fare chi si avvicina ai cento anni e constata di aver seminato bene il suo campo.

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