NANNARONE: “NON NEL MIO NOME”

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LASCIA LA MAGGIORANZA LA PRINCIPALE ARTEFICE DELLA SCONFITTA DI GEROSOLIMO

23 SETTEMBRE 2023 – Si fa ancora in tempo a votare a primavera anche per il Comune. Da oggi formalmente non c’è una maggioranza, perché la consigliera di “Sulmona Libera e Forte”, avv. Teresa Nannarone, ha deciso di passare all’opposizione. Si dichiara sconfitta dalle (tante) forze che hanno rinnegato il patto politico per una svolta dell’amministrazione, ad incominciare da quel Partito Democratico per il quale ha condotto una campagna elettorale senza mezzi termini; un partito che addirittura le ha impedito di tradurre in cose concrete i sogni di un progetto fatto con la città al centro.

Qualcosa si era delineata già dai primi giorni della maggioranza guidata da Gianfranco Di Piero, quando inopinatamente all’avv. Nannarone, che aveva puntato tutte le sue energie perché Sulmona tornasse bella e potesse recitare un ruolo di pesa nell’ambito regionale, il PD propose di lasciare tutto prima di incominciare e di dedicarsi alla Provincia presentandosi alle elezioni di secondo livello. I 355 voti raccolti dalla consigliera sarebbero stati messi nel cassetto. Colpita dal Covid subito dopo la proclamazione dei risultati, quando è guarita ha saputo che per lei al Comune oltre il posto di consigliere non c’era nulla e il vice sindaco sarebbe stato Franco Casciani, segretario del PD che non aveva raccolto neppure 100 voti e invece di arrossire… s’offriva. Poi la classica offerta-tranello di un assessorato che, come sa il prof. Raffaele Giannantonio, esperto di s’offerenza, può essere revocato il giorno dopo la designazione.

Nel messaggio che l’avv. Nannarone lancia “Alla città”, c’è qualche pensiero anche per il sindaco, che ha lasciato cadere tutte le proposte della consigliera: il decalogo è stato solo l’ultimo pungolo. Forse Di Piero è stata la delusione più cocente per Nannarone, perché da lui si aspettava di più che dal suo partito, nel quale vedeva ancora delineati i profili sinistri di chi lo ha portato a non essere nulla e soprattutto a non caratterizzarsi per le battaglie a favore degli ultimi, a favore del lavoro (“mai che una volta il sindaco abbia intrapreso battaglie per l’occupazione” ha osservato durante questo ultimo semestre) o almeno soltanto progressiste: profili sinistri che hanno assunto fattezze umane e nomi sull’affaire delle mense scolastiche, ultima spina nel fianco di chi voleva il rinnovamento e si è trovata soltanto davanti la sostituzione di Andrea Gerosolimo con altre referenze e referenti. L’ottimismo dell’avv. Nannarone non è venuto meno neppure quando su queste colonne Gianfranco Di Piero è stato definitivo per quello che è: un pelouche, uno struzzo, anche un presuntuoso per il piacere che prova a sentirsi mentre parla e a compiacersi di mille citazioni, esercizio tipico di chi non niente da dire di suo e sa di non essere convincente se non mutuando da altri. Non è venuto meno neppure quando Di Piero si è fatto rincorrere dal sindaco dell’Aquila Biondi che buttava i suoi rifiuti indifferenziati in territorio di Sulmona e non voleva pagare neanche quello che paga Sulmona per accumularli a futura memoria delle prossime generazioni di Sulmonesi. Ha continuato a sostenerlo con lealtà, anche se qualcuno le diceva che Gianfracchia Di Piero si sentiva per telefono con Andrea Gerosolimo, cioè con l’uomo che avrebbe dovuto far dimenticare attraverso una politica di cose per Sulmona, per lasciarla più bella dopo cinque anni.

L’ottimismo di Teresa Nannarone è cominciato a scemare quando ha avuto l’accesso agli atti di un processo penale contro l’ex presidente del Cogesa, Vincenzo Margiotta. Ha sollecitato la costituzione di parte civile del Comune e (attenzione!) da Gianfracchia non ha ricevuto una risposta negativa: non l’ha proprio ricevuta e ancora oggi non la riceve.

Con alleati così non c’è bisogno di avversari…

E infatti, Fratelli d’Italia non s’è proprio sentita. Speriamo che Vittorio Masci e Salvatore Zavarella abbiano studiato le carte dell’affaire mense scolastiche, che si erano riservati di leggere perché al consiglio comunale del 29 luglio (convocato proprio su quello) non le avevano lette. Due mesi saranno stati sufficienti, ma entrambi, diventati poliglotti, tacciono in sette lingue. E si sono smarcati dai banchi (ai quali gli elettori li avevano mandati) quando si doveva parlare del COGESA, dando un sostanzioso aiuto al sindaco per galleggiare qualche mese. Stando così le cose, non è escluso che facciano sentire il proprio contributo al sindaco continuando a non essere opposizione o addirittura votando qualcosa che possa prolungare l’agonia politica di Gianfracchia Di Piero.

Ma, almeno, Teresa Nannarone non sarà della partita: una partita politicamente molto obliqua, a distinguersi dalla quale c’è solo da guadagnare.

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