Il tratto di autostrada che sbocca sulla Valle Peligna dopo il casello di Cocullo è tra i più contrastati dell’intero tronco sotto il profilo orografico; ma segue l’unico tragitto che appariva possibile anche agli ingegneri della linea ferroviaria tra Roma e Pescara.
Infatti strada d’asfalto e ferrovia si intersecano e si affiancano in più punti, perché comunque il collegamento più breve tra l’Adriatico e il Tirreno passa proprio lì.
Quando si prospettarono i primi contrasti tra Sulmona e Pratola Peligna sulla ubicazione della uscita i tecnici della società concessionaria pensarono a costruire due caselli invece di uno. L’ipotesi si fondava sulla considerazione che il casello di Cocullo era in sostanza una uscita tecnica, da connettere solo alla presenza di una lunghissima galleria, e priva di effettiva utilità per il traffico della Valle Peligna. Ma la proposta fu scartata perché, proprio per la presenza di diversi chilometri di A25 prima e dopo il Colle di San Cosimo senza possibilità di uscite, i tratti da poter considerare rimanevano ben pochi. Si aggiungeva anche la inderogabilità di una distanza minima tra un casello e l’altro e lo sdoppiamento delle uscite in Valle Peligna fu definitivamente accantonato. Tuttavia, tutti i tecnici hanno sempre ribadito che l’unico raccordo che rispondesse ai criteri del traffico autostradale sarebbe stato quello da Pratola Peligna superiore a Santa Brigida: costi e contrasti campanilistici erano variabili non contemplabili ai fini della reale efficienza del collegamento.
Fornita una risposta alle esigenze di immediato sbocco nel centro-Abruzzo, il problema sarebbe stato risolto in tempi migliori sotto l’aspetto finanziario e sotto il profilo delle relazioni tra diverse comunità cittadine. C’è solo da sondare quando questi tempi saranno maturi.