UN IMPEGNO DI FACCIATA PER LA ROMA-PESCARA, CHE RESTA OPERA STROZZATA

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FINA (PD) INTERVIENE SULLE “APPARIZIONI” DI MARSILIO – MA COME VOLEVASI DIMOSTRARE…

29 APRILE 2023 – “Sulla velocizzazione del collegamento ferroviario tra Roma e Pescara non accettiamo generiche rassicurazioni, lo sappiano il presidente della Regione Abruzzo Marsilio e il ministro delle Infrastrutture Salvini”: lo dichiara il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese.

Fina prosegue: “Quando nel dicembre scorso il ministro Salvini venne audito in Senato in Commissione Lavori Pubblici, è rispondendo alla mia domanda che emersero tutte le difficoltà e le strozzature del percorso di realizzazione dell’opera. Difficoltà confermate e denunciate dalla mobilitazione dei sindaci delle aree interne, dalle inchieste giornalistiche, dalle preoccupazioni della popolazione e degli amministratori. La risposta è un impegno politico molto vago, l’auspicio di aprire i cantieri in un anno, una photo opportunity della riunione con Salvini, Fitto e Marsilio, una generale pacca sulle spalle: non preoccupatevi, in qualche modo faremo, ci dicono. Francamente non crediamo che sia il modo giusto di approcciare il problema, come crediamo che di ben altra serietà e consapevolezza abbiano bisogno gli abruzzesi. L’opera si farà nella sua interezza? In che tempi? Con quali fondi? Perché cambia, e di molto, se l’ombrello sarà quello del PNRR, della programmazione comunitaria, di quella nazionale. Manca ancora, a quanto pare, la consapevolezza delle responsabilità che sono necessarie a chi governa, a livello nazionale come locale: su un intervento così strategico per la nostra regione, conoscere tempi e modalità è fondamentale. Una foto non basta”.

Proprio riguardo alle “strozzature”, trova conferma quanto andiamo sostenendo nell’assoluto silenzio di ogni altro osservatore e commentatore: che, cioè, sin dalla prima enunciazione del programma dell'”alta velocità” tra Roma e Pescara mancavano i fondi. Mancava, in sintesi, l’impegno a sfondare l’Appennino per ridurre veramente i tempi di percorrenza a sole due ore da Roma a Pescara. Una percorrenza di oltre 230 chilometri di tracciato di montagna non si può garantire in due ore, anche se verranno realizzati i raddoppi e le rettificazioni da Roma a Tivoli e da Pescara a Popoli. Il problema sta al centro: nell’estenuante tragitto a zig-zag da Bugnara a Celano; nell’abisso di Riofreddo, fino a Carsoli. Tracciati, ponti e gallerie che potevano apparire avveniristici (e lo erano) nel 1875. Su quel nodo nulla hanno voluto e saputo fare, nè Conte, nè, men che meno, il banchiere mandato dai banchieri, Draghi, nè, ancora la presidente del consiglio di destra (guarda caso la prima, dopo il Sella che fece la ferrovia) che (va detto a sua discolpa) non ha avuto neanche il tempo di guardare le carte, ma (va detto a sua irrevocabile accusa) ha lasciato che le guardasse il ministro Salvini, all’asciutto da nozioni tecniche e linguistiche.

Così, si è arrivati a inserire nel PNRR i due lembi estremi della ferrovia, per parlare di alta velocità: sì, da Roma a Guidonia e da Pescara a Tocco Casauria, quando tra cinquant’anni sarà risolto il contenzioso con i Comuni che non vogliono il raddoppio dei binari nei loro territori.

Nel frattempo, Fina conserva la sua importanza, ma solo come marca di benzina per andare a Roma a Pescara

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