MA QUANTI BEI LEONCINI DA ALLEVAMENTO NON SI ASPETTAVANO LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE…

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RILEGGENDO I COMMENTI DI RAFFAELE GIANNATONIO, RACHELE D’ANDREA, FEDERICA PANTANO, LUIGI DI LORETO E COMPAGNIA… BELLA (VABBE’)

14 AGOSTO 2024 – Chissà cosa dice, dopo la condanna in Cassazione (nella foto del titolo), l’apparato di plaudenti sostenitori di Vincenzo Margiotta, tutti bei leoncini da tastiera, che si affrettarono ad apporre i loro “like” in calce al commento del loro leader. C’era la moglie di Margiotta, Rachele D’Andrea, che doveva avercela parecchio con il “Vaschione” per sbilanciarsi a sostenere quel post rancoroso del suo compagno di vita un po’ troppo balzanzoso per il ruolo che ricopriva e oggi beneficiato dalla sospensione condizionale della pena (però, che carriera…).

C’era anche Raffaele Giannantonio, che ambiva ad essere la mente colta della combriccola dei nuovi gerosolimiani: la puzza dalla discarica non aveva molti punti in comune con il suo progettino per Sulmona capitale della cultura se non gli olezzi del cesso nel quale è finito. Ma intanto il prof. stendeva il suo drappo di celebrazione all’eroe del momento per applaudire indirettamente Andrea Gerosolimo (pure lui nel consesso dei plaudenti, hai visto mai che mancasse il buon pastore a dirigere cotanti seguaci) e mandargli un reverente inchino che non si sa mai potesse servire. E c’era a battere la tastiera, pensando che il Vaschione abbassasse la cresta, Luigi Di Loreto, collocato da Gerosolimo a guidare la SACA e testimone dell’unico caso nel quale una vettura con cambio automatico si avvia in falso piano e travolge il proprietario spingendolo nel fosso (Gerosolimo, a caso), dandogli lo spunto per attribuire tumefazioni ed escoriazioni a cause diverse da quelle che apparivano le più attendibili.

Poi, per fare numero, c’era anche un mezzo anonimo like del “Cogesa”, come se a commentare uno degli scalcinati comunicati stampa di Gianfranco Di Piero da Palazzo San Francesco qualche supporter si firmasse “il Comune”. Era l’apparato che si muoveva sul web, pensando di fare numero e mobbizzare il Vaschione che aveva riferito di strane manovre di automezzi di notte.

Di mirabolanti processi tecnologici scriveva Federica Pantano, di recente assunta a tempo indeterminato al Cogesa (forse per perspicui articoli e mentre la crisi è conclamata e gli utenti dovranno pagare di più la TARI) dopo essersi consumata le mani, ai tempi delle consulenze, ad applaudire da direttrice dell’house organ dell’azienda più fallimentare tra le molte che i politici hanno rifilato a Sulmona.

Adesso questi leoncini da allevamento dovrebbero cospargersi la testa di cenere, magari prendendola tra i molti residui di incendi al Cogesa: quelli degli automezzi bruciati nottetempo non si è mai saputo da chi e quelli che giornalisti fregnacciari hanno subito accreditato come dovuti all’autocombustione.

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