RITORNO DI FIAMMA PER FILIPPO FREDA

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DEFINITO “EROE OVIDIANO” IN UN MANIFESTO TRA PRATOLA E SULMONA

2 GIUGNO 2016 – Un abbinamento originale: un eroe dei nostri tempi collocato tra gli eroi descritti da Ovidio.

Filippo Freda, morto a poco più di venti anni in Africa,medaglia d’oro al Valor Militare, personaggio che la storia della città ricorda solo con una lapide nella strada che collega Via Dalmazia a Via Mazzini, rivive in un manifesto scritto a mano a Santa Rufina, sotto un ponte della ferrovia Roma-Pescara e viene chiamato proprio così “Eroe Ovidiano”. Le spoglie del soldato tornarono nel 1975 e la sua bara fu portata a spalle. Ora, anche per l’imminenza del Bimillenario ovidiano, di lui si parla, anzi si scrive di nuovo. Se ne scrisse per celebrare il suo atto di coraggio: “Volontario in A.O. chiedeva di essere compreso in un manipolo di CC.NN. per la conquista della Uork Amba. Riuscito ad ottenere l’ambito onore, indirizzava alla madre una commovente sublime lettera, da cui rifulge il suo grande spirito ed il sereno presagio del suo olocausto alla Patria. Per oltre due ore di accanito combattimento seminava la strage tra innumeri orde nemiche. Si difendeva con preciso lancio di bombe a mano da incalzanti nuclei avversari, che tentavano di catturargli la mitragliatrice. Ferito ad una mano, arso dalla sete, si fasciava alla meglio e con calma e disprezzo del pericolo, riprendeva a far fuoco sull’avversario, finchè un proiettile non lo colpiva mortalmente alla testa .Uork Amba, 27 febbraio 1936-XIV”.

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