A DESTRA DI GIORGIA MELONI

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22 OTTOBRE 2022 – La garanzia che questo nuovo governo possa definirsi di Destra sarebbe una foto che riprende, qualche anno fa, l’attuale Presidente del Consiglio dei ministri accanto a Francobaldo Chiocci, per la sua collocazione nella Destra ideologica e culturale, coerente e dignitosa, estrema e inappetente, cioè aliena da ogni predatoria contiguità con le stanze dove si amministravano e si amministrano i soldi di tutti gli Italiani.

Francobaldo Chiocci non si è mai aspettato niente dalla sua attività di inviato speciale, di direttore di giornale, se non la soddisfazione di scrivere bene e secondo etica. Al “Corriere Adriatico” litigò con Sensi e se ne andò perchè la proprietà voleva mettere il becco sulle scelte dei giornalisti e sugli articoli dei giornalisti; a “Il Tempo”, scrisse un corsivo di saluto al grande Enrico Mattei che dalla proprietà era stato già messo in condizione di andar via dalla “Nazione”, ma era un grande giornalista e come tale nel giorno della sua morte doveva essere salutato con un applauso ideale che Chiocci elevò dalla rubrica “Disco rosso” (piccola prateria nella quale Gianni Letta lasciava campo libero a Mattei, pure per prendersela con i democristiani).

Nei colloqui che abbiamo avuto con Chiocci soprattutto da quando venne ogni mese a “fare i titoli” e le pagine del “Vaschione” per accompagnarlo in tipografia come si faceva quando lui entrò al Tempo, abbiamo solo percepito un piccolo rimpianto: quello di non essere stato designato all'”Istituto Luce” nei governi di “destra” dal 1994 in poi; ma fu un sommesso pensiero, che era più che altro sostenuto dall’immagine di quella che era ormai una istituzione italiana, una Treccani della cronaca, già emendata dagli scopi utilitaristici del regime.

Della grandezza di Francobaldo si ha prova nel commento che su facebook ha aggiunto alla fotografia: “Chi l’avrebbe detto qualche anno fa’ che mi prendeva sottobraccio una prima ministro?…”. Modestia sublime che può essere solo di chi “L’Espresso” definiva negli anni Ottanta un “caposcuola del giornalismo di Destra“, che avrà infiammato, con le cronache delle guerre, dei disordini urbani in tutta Italia, delle sedute parlamentari, degli attacchi delle Brigate Rosse, la adolescente Giorgia Meloni. La “prima ministro” si formava negli ambienti del Movimento Sociale e “qualche anno fa” sorrideva con il giornalista in carne e ossa.

Solo che, per dare una impronta di Destra a questo governo non basterebbe controbilanciarlo con un Francobaldo Chiocci; ce ne vorrebbero una trentina.

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