DI PIERO HA UN SOGNO. E PERCIO’ SEGUITA A DORMIRE

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CURIOSA SITUAZIONE POLITICA MENTRE I VERTICI REGIONALI E PROVINCIALI DEL PD SCALZANO LA SEGRETERIA LOCALE E “FRATELLI D’ITALIA” S’INCANTA AI SEMAFORITUTTO DEVE DURARE FINO ALLE ELEZIONI REGIONALI

12 OTTOBRE 2023 – Il Partito Democratico non vuol perdere l’ultimo caposaldo che gli rimane in provincia dell’Aquila e butta acqua sul fuoco della crisi a Sulmona. Ma lo fa dimostrando l’angustia che lo pervade per non essere riuscito a mantenere le posizioni ottenute con il voto di due anni fa. Infatti, a mezza bocca condivide le “consultazioni” (sic…) del sindaco per ricostituire una giunta e non condivide affatto il suo intento di azzerare l’esecutivo. Sa che l’operazione, peraltro già annunciata da vari mesi, porterà alla rimozione del segretario del circolo cittadino dalla carica di vice-sindaco e ostenta determinazione nel proclamare che o nella nuova giunta ci sarà il suo segretario o non ci sarà nessun uomo del PD: strana ostinazione, posto che un segretario politico che riporta meno di cento voti di preferenza non dovrebbe stare nella giunta e non dovrebbe neppure essere più segretario di un partito, se in democrazia i consensi valgono qualcosa. Casciani in certi frangenti non risponde al telefono, dice di avere lutti in famiglia o di essere indisposto o di dover accompagnare congiunti a visite mediche; potrebbe tornare direttamente al suo studio tecnico. Del resto, quando Lucy chiede a Snoopy come vivrà da anziano se continua a rimanere tutto il tempo sdraiato al sole sul tetto della cuccia, il bracchetto le risponde: “Tornerò al mio studio legale”. Gli effetti del disattivismo di Casciani, uniti a quelli della pigrizia congenita e conclamata del sindaco, hanno portato la città nella condizione che è sotto gli occhi di tutti. Ed entrambi debbono ringraziare Fratelli d’Italia, che si incanta a guardare i semafori e a ricavarne i segni della disamministrazione quando ben altre occasioni di ripresa restano bloccate per insipienza di sindaco e vice-sindaco nonostante il verde semaforico di finanziamenti pronti e in attesa di essere percepiti da qualcuno che sappia e abbia voglia di istruire qualche pratica oppure non si riduca alle ultime ore per far approvare dal Consiglio gli atti deliberativi necessari.

In tale contesto, resta da chiarire cosa abbia indotto il segretario regionale, quello provinciale e il senatore di riferimento a dettare un documento per ribadire il sostegno a Di Piero. In genere delle vicende politiche di una città si interessa il circolo cittadino. Nei giorni scorsi è accaduto il contrario: hanno firmato tutti i livelli, tranne Franco Casciani. In trasparenza, va letto che i vertici regionali e provinciali non vogliono lasciare  al circolo e soprattutto al segretario bocciato dagli elettori scelte testarde che potrebbero disintegrare l’ultimo caposaldo. In particolare, poi, i vertici regionali e provinciali non intendono sposare l’ostinazione con la quale il circolo ha cercato di difendere la scelta del capogruppo al Comune di difendere a spada tratta l’appalto delle mense nel quale figura come protagonista dell’associazione temporanea di imprese, unica ad aver risposto, il suo socio di studio commerciale. Una cosa che, se fosse successa ai tempi della gestione comunale di Andrea Gerosolimo dietro le quinte, avrebbe fatto gridare allo scandalo proprio il capogruppo attuale del PD, che invece rimane consigliere e capogruppo senza assecondare l’opzione di… tornare al suo studio commerciale.

Che, poi, l’intervento dei vertici regionale e provinciale abbia portato alla ridicola conclusione che il PD, primo protagonista della campagna elettorale di due anni fa e indiscusso vincitore, si risolva ad appoggiare dall’esterno una giunta è circostanza che fa parte della confusione che avvolge il partito: dall’armocromia della segretaria nazionale fino a scendere alle gag in ambito locale, delle quali diamo continui resoconti su queste colonne.

Dunque, l’obiettivo di arrivare alle elezioni regionali senza scossoni domina su tutto e riscuote il pieno consenso del sindaco, da sempre contrario ad azioni ardimentose pur di non far uscire il “tilt” dal flipper e preso dal non sconvolgere l’attività onirica programmata per tutto il quinquennio dal 2021 al 2026. Da pelouche a struzzo a lepre a ghiro, Gianfranco Di Piero è arrivato all’escamotage di protrarre le consultazioni e, date le sue doti di resilienza, potrà arrivare anche alle consultazioni regionali senza rivelare la formazione di una ipotetica giunta neppure agli alleati di maggioranza, che in effetti non sa neanche quali fattezze fisiche possano avere, vista l’intercambialità da lui sempre professata nella tradizione democristiana. Potrebbe inaugurare il caso stucchevole di assessori che si facciano le presentazioni alla prima riunione di giunta, l’uno all’altro sconosciuto, magari con visioni della politica e dell’amministrazione opposte, ma tutti uniti dall’impegno di sostenere lui. E questo gli basterebbe, anche solo per il semestre successivo, purchè ognuno faccia il suo dovere: non il proprio dovere, ma il di lui dovere, come scriverebbero i legulei. Ognuno a reggere un braccio della sedia gestatoria sulla quale si è assiso e ronfa da due anni.

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