IL TALENTO DEL TRIO LESCANO

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ALTRE RANDELLATE SULLA VICENDA DI D’ALOISIO E IMPAVIDI SI PRESENTANO A RACCOGLIERLE DI BENEDETTO, BALASSONE E PERROTTA – IL FATTO E’ CHE NON C’E’ PIU’ PROIETTI A PRESCRIVERE LA MEMOSERINA OPPURE SCIUBA A CONSIGLIARE UN PRETE

20 APRILE 2024 – La consigliera di opposizione, avv. Teresa Nannarone, torna sull’affaire delle mense scolastiche per rispondere ad un comunicato della maggioranza:

“Non è un caso – esordisce Nannarone titolando il suo intervento “#Liberamentedoppi” – che da Sulmona i giovani, e non solo, scappino. E non è un caso che Sulmona, oltre ad essere la Città più spopolata, sia anche la più impoverita e quella con più disoccupati d’Abruzzo. Ad osservare quello che produce la maggioranza, come non comprendere che una infestante gramigna soffoca la Città di Ovidio? Coloro che hanno ammainato la bandiera dell’onestà, e ancor prima quella della verità, utilizzando spregiudicatamente temi delicati (Bibiano ad esempio),non sono in grado di rispondere politicamente a un fatto vero e alla sua ricostruzione storica, finendo per avventurarsi in una divertente supercazzola. D’altronde nascono da un vaffaday! Mi meraviglio invece del Pd, di Sbic e di Italia Viva: gli stessi che pretesero la testa dell’assessore Mariani nel 2020 perché la moglie era stata assunta da una cooperativa che aveva in gestione gli appalti del Comune. Si, pretesero, è cronaca. Adesso invece gli amici con la memoria corta pretendono che, in una situazione simile se non identica se non peggiore, io taccia, dimenticando che tutto quello che dicono e scrivono è in aperta contraddizione con quello che insieme dicevamo e scrivevamo in campagna pre-elettorale. Evidentemente c’era e c’è una differenza tra me e loro, ed è questa: la mia critica è stata ed è sulle condotte, quindi politica, e prescinde sempre dalle persone. Fossero anche i miei più cari familiari direi quello che ho detto. La loro no. La loro è diversa: quella che prima, ai tempi della moglie dell’assessore Mariani fu un caso politico con tanto di richiesta di revoca di nomina alla Casini condita da “un sussulto morale e di dignità cittadina” (PD), oppure allo stesso Mariani di rassegnare le dimissioni per “dovere civico e morale” (Sbic e Italia Viva ma anche FDI ), ora non vale più. Dimenticata, abiurata! https://www.reteabruzzo.com/2020/09/04/la-minoranza-lassessore-mariani-lasci-la-giunta-comunale/ Addirittura motivo di imbarazzo e indignazione ma al contrario. In altre parole il messaggio è diretto quanto inutile e cioè ti costringeremo a tacere. Perché altrimenti il potere si infuria e si fa branco. E dimenticando tutto, ma proprio tutto ciò che è accaduto, Pd, Sbic e Italia Viva si appropriano delle stesse parole che usava l’assessore Mariani: campagne diffamatorie, attacchi personali, ecc. https://www.ilgerme.it/bufera-sullassunzione-della-moglie-dellassessore-la-sindaca-chiede-chiarimenti-il-pd-vuole-la-testa-di-mariani-che-replica-mai-fatte-pressioni/ Mariani, accusato, sempre dal Pd, e quindi anche da me, di fare parte di un sistema “politico_ clientelare” le cui vittime erano “i giovani e i disoccupati”, dignitosamente si dimise. Forse la moglie di Mariani non era iscritta al collocamento e non aveva risposto ad un avviso? Chissà. Potrei continuare, ma il doppiopesismo dei componenti di una maggioranza che ha tradito, sotto ogni punto di vista, il patto fatto con gli elettori, è chiaro a tutti. Insistere offenderebbe l’intelligenza di chi legge, lascio che a farlo siano altri”, conclude l’avv. Nannarone.

Ci vuole del talento per andarsi a cercare le randellate da prendere sulla faccia, come hanno voluto fare i partiti di maggioranza, piombati a gamba tesa su una polemica tra due consiglieri. La consigliera Nannarone aveva espresso riserve sulla condotta del consigliere D’Aloisio; lo spiegamento di forze della maggioranza, non richiesto, può avvalorare l’ipotesi che la posta in palio sia piuttosto alta, tanto che D’Aloisio ha approvato il bilancio pur se il Movimento è stato cacciato dalla giunta come un cane dalla chiesa. Certamente, comunque, i motivi che hanno spinto la maggioranza a scrivere quel comunicato non debbono essere in linea con quelli che fecero gridare allo scandalo per la posizione dell’assessore Mariani nella giunta della dott.ssa Casini. Anzi, pare siano esattamente contrari, se Di Benedetto, Balassone e Perrotta dicono esattamente l’opposto di quello che avevano detto quattro anni fa: allora l’assessore non poteva occupare il suo posto in giunta se la moglie lavorava alla Satic, che era una cooperativa che rendeva servizi al Comune; oggi D’Aloisio può parlare di mense e fare l’elogio del servizio reso dalla Coselp, mentre la fidanzata (se si dice ancora così) è assunta da appena ventiquattro ore dalla società che fornisce servizi alle mense scolastiche e, quindi, al Comune. Sempre D’Aloisio, da consigliere comunale, si era vestito da Savonarola per rintuzzare con strana energia chi diceva che un appalto con la Coselp unico concorrente non è regolare se non prevede alcuni adempimenti nel bando, tanto che poco dopo il Comune annullò la procedura. Almeno, il sindaco Di Piero se ne era uscito in consiglio con qualche massima da giurista della ASL, del tipo che l’appalto non era illegittimo, ma solo improcedibile. Aveva generato scompiglio prima che gli avversari si rendessero conto che era una tattica democristiana, per quanto era grossolana e paracula; ma così il sindaco le randellate non se l’era attratte: “Se è Di Piero, che ti vuoi aspettare di più?” avevano concluso dai banchi della minoranza (tranne Masci, che non aveva neanche studiato le carte, come rivendicò con sussiego e restando serio). Al consigliere D’Aloisio, in separata sede, Di Benedetto, Perrotta e Balassone potevano dire: “Fatti da parte per due o tre sedute consiliari, tanto nessuno se ne accorge e quello che dici tu lo può dire un Petrella o qualcun altro che chiameremo per arrivare a otto e, con il sindaco, a nove per tirare a campare. Poi vedremo che fare e nel frattempo cerca di trovare altri argomenti di discussione sui social; non prendere di petto chi ti ricorda gli impegni pentastellati e magari sperimenta qualche piatto nuovo per le mense”. Sarebbe stata una exit strategy niente male, una uscita da realpolitik.

Invece, quando uno ha talento vuol metterlo in mostra; ed eccoti Mimmo, lo sposetto di Di Piero, che è più fumantino del normale quando sente parlare di mense, materia che lo riguarda da vicino perché all’altra parte del muro della sua stanza nello studio commercialistico c’è non una lavoratrice delle mense del Coselp, ma l’amministratore del Coselp. Eccoti Maurizio, che deve aver prestato la Bic per scrivere il comunicato revisionistico e, quindi, è rimasto soltanto con la s iniziale del gruppetto politico: s come smemorato o qualcosa di peggio che incomincia sempre con quella lettera. Ed eccoti Perrotta, che nel cognome deve avere la radice comune a piroetta, per giustificare i due pesi e due misure su Mariani e D’Aloisio. Se Maurizio Proietti non fosse andato in pensione, potrebbe prescrivere a tutti e tre dosi massicce di Memoserina; e se Lando Sciuba non avesse abbandonato i banchi dell’aula consiliare potrebbe consigliare un buon confessore, perché non ricordarsi le cose può dipendere da una fase di calo di sostanze in circolo, ma dire due cose esattamente opposte su uno stesso argomento, anche a distanza di anni, per persone al di sotto dei settanta è fenomeno da riferire ad un prete.

Ci vuole del talento, dunque, per affrontare con tale sventatezza e sicumera il ring e scenderne come quel pugile suonato scendeva borbottando qualcosa sui ganci che imperversavano in quei pochi metri quadrati. Perché poi il nostro trio Lescano, questi personaggi da avanspettacolo della politica cittadina continuano a consolarsi quando ricevono la ulteriore dose di randellate dicendo: “Quante me ne ha date; ma quante gliene ho dette…”

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