“TRA VENTI ANNI UN PAESONE”

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ANALISI DI MARIO PIZZOLA DOPO L’AVVIO DELLE RUSPE A CASE PENTE – MA C’E’ DELL’OTTIMISMO

12 SETTEMBRE 2024 – Il rumore delle ruspe, ormai in azione a Case Pente per la costruzione della centrale di pompaggio della Snam “è soffocato dall’inquietante silenzio della politica” osserva Mario Pizzola e “il dito indica la luna ma la politica ignora sia la luna che il dito”. L’ambientalista è molto concreto nella sua denuncia e ipotizza che tra venti anni Sulmona “sarà diventato un anonimo paesone semi spopolato e i suoi figli migliori saranno andati tutti via”. Le ruspe stanno per “cancellare una parte importante della nostra storia ma maggioranza e opposizione sono occupate in una cena strategica per programmare il nulla. L’aria che respireremo in Valle Peligna si riempirà di sostanze tossiche ma chi sta in alto ci rassicura: è solo un fenomeno naturale destinato a scomparire”.

Nella icastica descrizione della Sulmona futura c’è una parte di ottimismo. Già adesso, infatti, è sotto gli occhi di tutti l’esodo dei giovani: dei migliori come di quelli… normali. I politici di questa città temono il confronto con i giovani, perchè sono gli interlocutori che esigono coerenza e aderenza ai principi: sono quelli che hanno la faccia di chiedere il motivo della proclamazione di programmi adeguati, da un lato, e delle condotte quotidianamente tendenti al contrario, dall’altro lato. Chi governa la città può farlo perchè ha tradito i propri impegni e si è volto a favore di un disegno regionale di lacerazione del territorio per assecondare le richieste di zone più rappresentate elettoralmente: lo si è visto durante la presidenza D’Alfonso, lo si vede ancora di più durante la presidenza Marsilio. Quella programmò rivoluzioni che avrebbero tolto le infrastrutture essenziali, come l’autostrada; questa sta realizzando l’emarginalizzazione nei collegamenti ferroviari. Allora la sindaca Casini non mosse dito; ora il sindaco Di Piero partecipa attivamente all’ inaugurazione di un cantiere per destrutturare la città nell’ambito regionale. Quella non organizzò barricate per impedire che rifiuti da mezza Italia centrale venissero riversati tali e quali alle Marane, non si spese neppure per il salvataggio del tribunale e addirittura era esecutrice di ordini di Andrea Gerosolimo assessore regionale, che si defilò dal preciso impegno di impedire anche la costruzione della centrale Snam. Questo vivacchia con il sostegno della parte traditrice di allora.

I Sulmonesi sanzionarono la politica di Gerosolimo dando il 69% di voti a Di Piero che sotto sotto, senza dirlo a nessuno, intraprese l’inciucio con Gerosolimo dalle settimane precedenti il ballottaggio, ottenendo la rinuncia di chi gli aveva fatto vivere la migliore stagione della sua vita politica: quella di segretario-portaborse in Regione. Attinge dagli eletti dell’area di Gerosolimo per percepire ancora l’indennità accresciuta di sindaco e sperare nella maggiorata pensione rispetto a quella di impiegato della Asl. E siccome ancora non si può dotare di adeguata maschera, si vede sempre di meno ed evita di incontrare la gente che, hai visto mai, gli può ricordare gli impegni pre-elettorali.

Ma Pizzola, per quanto sposti in avanti di una decina d’anni l’esito finale, fa bene a protestare, a denunciare, ad avvertire. Ci sarà sempre qualche coscienza libera che seguirà il suo esempio e che, non avendo una casa da costruire vicino al fiume, un figlio da sistemare, una visita specialistica da prenotare passando davanti ad altre prenotazioni, un giudice da avvicinare, presterà orecchio alle sue riflessioni e voterà in direzione ostinata e contraria. C’è ancora libertà, per chi vuole seguirla.

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